La solitudine post COVID: un tema poco trattato

Tra le tante conseguenze negative che ha portato la pandemia da Covid-19 c’è sicuramente la questione relativa alla solitudine. Certo, da un lato gli psicologi hanno avuto un bel ‘boom’ di lavoro ma, dall’altra parte, gli strascichi delle varie quarantene, degli svariati lockdown e del distanziamento sociale si fanno sentire ancora oggi.

Ovviamente, a pagare il prezzo più alto sono i giovani e i fragili che, il più delle volte, non hanno la ‘corazza’ necessaria per far fronte a situazioni del genere. Questo è un tema poco trattato in realtà – o, quantomeno, non trattato come si vorrebbe – però le conseguenze sono davvero, a tratti, terrificanti.

Eccone qualcuna.

I giovani sempre più violenti

È impossibile che nessuno non abbia mai visto scene on line di giovani che si picchiano selvaggiamente. Oppure, semplicemente per una guardata di troppo, ci sono feriti e, nel peggiore dei casi, anche il morto. Si tratta di un qualcosa che esula dall’educazione che possono avere i ragazzi a quell’età.

L’isolamento forzato, la quarantena in caso di positivi o contatti con positivi hanno soltanto, in molti casi, lasciato i giovani soli al loro destino. Per non parlare, poi, della DAD. Pagandone le spese in maniera molto elevate, si è capito che la scuola non è soltanto composta da lezioni e interrogazioni.

Ma è qualcosa di più. È esperienza di vita, è il primo amore con il/la ragazzo/a che interessa, è il saper stare insieme rispettando delle regole. Ecco, tutto questo sta facendo nascere il rischio di creare una generazione ‘troppo’ violenta.

Tanto tempo on line e la inibizione dal vivo

Anche prima del Covid-19 c’erano le chat, lo sappiamo. Anche prima del Covid-19 tante persone andavano nelle chat per cercare la compagna di un trans a Torino oppure di trovare l’anima gemella o, ancora, provare ad avere qualche relazione extra matrimonio.

Ma con il Covid-19 questo fenomeno è esploso davvero all’ennesima potenza. Instagram, TikTok, Facebook Dating, Tinder e chi più ne ha più ne metta se da un lato hanno dato ‘speranze’ a chi, magari, vuole trovare un partner, dall’altro ha inibito chi, magari, vuole conoscere persone dal vivo.

E, nonostante l’esperienza sempre più immersiva dell’on line, non c’è paragone con il conoscere una persona dal vivo. L’adrenalina di avvicinarsi a una persona sconosciuta, il saper dire le parole giuste, sono un qualcosa che nessuna chat riesce a dare.

Senza dimenticare che, comunque, con la chat sembra quasi che la persona riesca a prendere più coraggio e a pensare di non dover pagare le conseguenze di quello che dice. Ma non è affatto così, anzi!

Davvero si può fare a meno dei luoghi affollati?

Chiudiamo con un appunto molto importante. Un tempo, quando il luogo non era affollato, lo si evitava. Perché sembrava quasi che fosse il luogo degli ‘sfigati’ o, comunque, non avesse successo.

Oggi è l’esatto opposto. C’è troppa gente? Allora si sceglie un posto più tranquillo. Al di là del rischio pandemico, è ormai diventata proprio una questione culturale evitare luoghi affollati. Ma non è sempre un bene perché, comunque, così non si socializza e ci si chiude nel proprio recinto.

Con le proprie convinzioni e le proprie idee. Senza il confronto, infatti, non c’è la possibilità di migliorarsi. Non stiamo parlando di discoteche, dove magari non c’è neppure l’occasione di parlarsi, ma anche di ludoteche, bar, circoli culturali e quant’altro.

Un segno di cambiamento dei tempi, le cui conseguenze – positive o negative che siano – le vedremo nel prossimo futuro. Un futuro che per molti non è certamente dei più rosei.

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