Il tecnico croato si gioca tutto a Venezia nell’ultima giornata mentre Giuntoli pensa già al futuro
L’ultima missione lagunare. Igor Tudor è arrivato quasi al termine del suo breve ma intenso percorso sulla panchina bianconera. Il viaggio, iniziato a Torino poco meno di due mesi fa, si concluderà domenica a Venezia, in uno stadio Penzo che si preannuncia bollente, con i padroni di casa ancora in corsa per la salvezza e la Vecchia Signora a caccia di punti preziosi per blindare la qualificazione alla prossima Champions League.
Una missione temporanea
Quando ha accettato la panchina della Juventus, Tudor era perfettamente consapevole della situazione: un contratto a termine con un obiettivo chiaro e definito. Nonostante non gradisca l’etichetta di “traghettatore”, il tecnico croato ha scelto di abbracciare questa sfida per amore della maglia bianconera e per la convinzione di poter centrare il traguardo richiesto.
“Non mi sento inferiore a nessuno,” ha dichiarato con orgoglio il tecnico, rivelando quella determinazione che ha cercato di trasmettere ai suoi giocatori in queste settimane di lavoro.
Come in una partita di poker dove bisogna saper leggere le carte e gli avversari, https://www.zipcasino.it.com/ Tudor ha giocato ogni mossa con attenzione, puntando più sul rafforzamento del carattere della squadra che su rivoluzioni tattiche.
I numeri del rilancio
Il bilancio del suo breve mandato parla chiaro: in 8 partite ha ottenuto 4 vittorie (tutte in casa), 3 pareggi e una sola sconfitta, con una media punti di 1,88 a match, superiore a quella del suo predecessore Thiago Motta (1,79). Un rendimento che ha permesso alla Juventus di rimanere agganciata al quarto posto, l’ultimo utile per accedere direttamente alla Champions League.
In caso di vittoria contro il Venezia, Tudor chiuderebbe la stagione a quota 70 punti, solo uno in meno rispetto all’ultimo campionato guidato da Massimiliano Allegri, a dimostrazione di come sia riuscito a ridare solidità a una squadra che sembrava aver smarrito certezze e fiducia.
Le parole di Giuntoli
“Igor ha avuto un grande impatto. Me lo aspettavo sergente di ferro e invece è molto attento nell’interpretare il tutto sotto l’aspetto psicologico,” ha dichiarato Cristiano Giuntoli, direttore tecnico bianconero, durante la cerimonia del Premio Telenord – Gianni Di Marzio a Portofino.
“È importante fare un ultimo passo verso l’obiettivo. Abbiamo cambiato tanto, ringiovanito tanto ma vogliamo arrivare in Champions League e poi con qualche innesto fare il salto,” ha aggiunto, lasciando intendere come la priorità assoluta sia la qualificazione europea, rimandando le decisioni sul futuro tecnico a dopo il Mondiale per Club.
Un futuro incerto
Il paradosso della situazione è evidente: Tudor potrebbe centrare l’obiettivo Champions e, nonostante il contratto preveda un rinnovo automatico in caso di qualificazione (con possibilità per il club di liberarsi entro fine luglio pagando una penale), dire comunque addio alla panchina bianconera.
Se il sogno della dirigenza juventina porta il nome di Antonio Conte, considerato l’uomo giusto per riportare in alto la Juventus dopo cinque stagioni deludenti, Tudor continua a lavorare con professionalità, consapevole che il suo operato potrà essere un biglietto da visita importante per il futuro.
L’America come ultimo atto
Dopo Venezia, per la Juventus ci sarà il Mondiale per Club negli Stati Uniti. La squadra partirà il 14 giugno e resterà oltreoceano almeno fino al 26, data dell’ultima partita del girone. Un’esperienza che Tudor potrebbe vivere come ultimo atto della sua avventura in bianconero.
“Su Tudor decideremo dopo il Mondiale per Club,” ha precisato Giuntoli, anche se pare difficile immaginare che la società possa attendere così a lungo prima di definire il proprio futuro tecnico.
“Il mio focus è solo sul presente, su ciò che possiamo controllare,” ha commentato Tudor. “Voglio portare la Juventus in Champions perché se lo merita, poi vedremo cosa accadrà. Ho sempre dato tutto per questa maglia, sia da giocatore che ora da allenatore.”
L’appuntamento è fissato per domenica: ultima fermata Venezia, ultima chance per Tudor di lasciare un segno indelebile nella sua breve ma intensa esperienza sulla panchina bianconera. Poi, qualunque cosa accada, resterà l’orgoglio di aver contribuito al percorso di ricostruzione di un club che punta a tornare ai vertici del calcio italiano ed europeo.